YouTube non è un posto sicuro per i bambini, almeno non per adesso. Non importa quanti simpatici video di cartoni animati o animaletti ci siano. La piattaforma di streaming video è ancora piena di contenuti violenti e non appropriati ai bambini. Il problema principale è che i protagonisti di questi video sono proprio i personaggi più amati dai più piccoli. Una situazione contorta, che Google sembra non saper gestire adeguatamente. Una serie di esperimenti ha condotto Wired UK a sfornare un report dai dati preoccupanti.
La piattaforma di streaming video è piena di contenuti per bambini di tutte le età. Per questo motivo, si tende a piazzare i bambini davanti al tablet o al PC perché siano intrattenuti mentre i genitori sono presi dalle attività di casa oppure dal lavoro. Ormai è una prassi consolidata.
Si tratta di un business molto grande, ampiamente fiutato da diverse società che continuano a sfornare intere serie di contenuti disponibili principalmente su YouTube. Immaginate quanta pubblicità può essere mostrata ad un bambino, specialmente se troppo piccolo per sapere come saltarla oppure per cambiare video. Si tratta di milioni di Dollari annui.
Il problema non è assolutamente questo, in fin dei conti i genitori possono fruire di ore di intrattenimento gratuito. Purtroppo però non è tutto così lineare come sembra. Chiunque utilizzi YouTube sa bene che la riproduzione dei video è automatica di default. Subito dopo un contenuto, ne parte un altro che – in teoria – è proposto in automatico dalla piattaforma in base ai gusti dello spettatore. Ecco, in questo passaggio sorge il problema più grande. Qualcosa non funziona come dovrebbe.
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Basta un attimo ed ecco che i più piccoli si trovano davanti a video che vede come protagonisti i loro beniamini, ma impegnati in atti osceni, violenti o sessualmente espliciti. L’algoritmo non è in grado di riconoscere che il contenuto è decisamente diverso da quello che dovrebbe essere fruito da un bambino. Purtroppo, la piattaforma è piena di video di questo genere che – con i giusti tag – riescono ad intrufolarsi fra i video adatti ad i più piccoli.
L’esperimento di Wired UK ha portato il team a trovarsi di fronte a diversi video dal contenuto decisamente inappropriato. Ovviamente, questi sono stati segnalati a YouTube, che dopo qualche ora li ha rimossi. La segnalazione dei singoli video non è tuttavia la soluzione migliore. Oltretutto, ripulire “a mano” la piattaforma è impossibile e c’è da considerare che ore ed ore di contenuti sono caricati ogni minuto che passa.
Lo scrittore James Bridle ha denunciato la questione nel suo saggio “Something is wrong on the Internet” (qualcosa non va con Internet), pubblicato a novembre dello scorso anno. In quello stesso periodo, Google ha preso i primi provvedimenti per scoraggiare questo tipo di contenuti, che sono stati demonetizzati. La regola ovviamente non è retroattiva e penalizza tutti i video che contengono contenuti inappropriati, anche se lo scopo è semplicemente divertire.
Inoltre, un portavoce di YouTube – Thea O’Hear – ha garantito che è stato creato un meccanismo, basato sull’intelligenza artificiale e sul lavoro umano, che sta setacciando la piattaforma per ripulirla da questa tipologia di video.
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Nemmeno YouTube Kids sembra essere una soluzione. Si tratta di una versione “protetta” della piattaforma, che in teoria dovrebbe offrire contenuti consoni a tutti i bambini fino ai 13 anni. Sembra però che, nella pratica, non ci siano parametri di configurazione sufficienti a garantire questo genere di protezione.
Fino a quando la situazione non migliorerà in modo tangibile, è comprensibile voler correre ai ripari. Ci sono diverse soluzioni in questo senso, a partire dai vari strumenti messi a disposizione dalla piattaforma per insegnargli che determinati video non ci piacciono. Se, nonostante questo, determinati contenuti continuano ad essere proposti, una soluzione potrebbe essere quella di cancellare la cronologia dalla piattaforma.
Inoltre, l’ideale sarebbe avere un account unicamente dedicato ai più piccoli. In questo modo non c’è rischio di “infettare” le preferenze dei più piccoli con quelle dei più grandi. Infine, è possibile affidarsi ad app di terze parti oppure estensioni per i vari browser Web. Si tratta di strumenti che possono aiutarci a limitare i contenuti mostrati sulla piattaforma.
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Intanto, YouTube rassicura tutti in merito al lavoro costante che diversi team stanno facendo. Il fine è quello di proteggere i più piccoli ed offrire sicurezza ai genitori. La domanda sorge spontanea: le misure di protezione riusciranno ad essere efficaci contro le migliaia di ore di contenuti caricate tutti i giorni?
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