Uno studio pubblicato sulla rivista Science, illustra il lavoro del team di ricerca di Vladan Vuletic del MIT e Mikhail Lukin, dell’Università di Harvar. Gli scienziati hanno creato un nuovo tipo di luce, in cui i fotoni “parlano” tra di loro e viaggiano a grappoli. Si tratta di una scoperta con un’interessantissimo risvolto pratico, ovvero l’implementazione nei computer quantistici.
Questi supercomputer sono basati sui qubit (bit quantistici), che consentono di elaborare informazioni molto più velocemente; sono in grado di assumere più di due stati – 1 0 e strati sovrapposti – e permettono di memorizzare molti più dati. Con la nuova scoperta, sarà possibile far interagire più qubit, in modo che siano in grado di scambiarsi informazioni.
Questo importante passo avanti è stato raggiunto utilizzando degli atomi come intermediari per far comunicare da di loro i fotoni. In particolare, si è trattato di una nuvola di atomi di rubidio, raffreddata a temperature vicine allo zero assoluto. All’interno della nube è stato immesso un raggio di luce laser; all’uscita dalla nube, il fascio di luce era composto da fotoni a grappoli, che viaggiavano a velocità ridotta rispetto al normale. Ergo, i fotoni hanno interagito tra loro e c’è stato un effettivo scambio di informazioni.
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