Con questa recensione del Blue Yeti parleremo di un prodotto sempre più utile al giorno d’oggi, vista la quantità di contenuti multimediali prodotti giornalmente. Infatti, si tratta di una delle scelte più apprezzate nella sua fascia di prezzo e non. Continuate a leggere per scoprire il perché!
La confezione del Blue Yeti si presenta in maniera molto carina, dandoci un assaggio di quelle che sono le potenzialità del microfono. Al suo interno la dotazione è scarna ma essenziale, ovvero il microfono ed il relativo cavo di collegamento USB / mini USB.
La prima cosa che si nota del Blue Yeti è il peso di 1.55 kg (1 kg di stand), oltre che le dimensioni di 29.5 x 12 cm. Non che sia un difetto, anzi. Il design è sì imponente ma al contempo iconico. D’altronde è un microfono da scrivania, non tascabile, e sfoggia una costruzione di tutto rispetto, decisamente solida ed interamente in metallo. Ad eccezione delle manopole, in plastica ed un po’ ballerine nel loro alloggiamento.
Da non sottovalutare, poi, la comodità di avere uno stand già incorporato. Nella parte sottostante i 4 inserti in gomma gli impediscono di scivolare, anche se già il succitato peso contribuisce a ciò. È comunque possibile agire sulle due manopole laterali per stringere o allentare la presa sul microfono, in modo da inclinarlo secondo l’esigenza. Svitandole del tutto è anche possibile rimuoverlo dallo stand e piazzarlo su un’asta, ad esempio, tramite la filettatura sottostante.
Qua sotto vediamo anche l’ingresso mini USB, apparentemente anacronistico, ma ricordiamoci che stiamo parlando di un prodotto lanciato anni fa. È altrettanto vero che una riedizione con micro USB o USB Type-C non avrebbe guastato, anzi. Comunque, con questa porta si collega il microfono al PC, perciò niente output XLR o simili: per quello c’è lo Yeti Pro. Una volta collegato basterà avviare il software di cattura e sarà già tutto pronto per avviare la registrazione.
Parlando di comparto I/O, sempre sotto è presente l’ingresso mini-jack per inserire delle cuffie e monitorare l’audio registrato senza alcuna latenza. Nella parte frontale abbiamo la manopola per regolare il volume in cuffia, oltre al tasto Mute per silenziare il microfono all’occorrenza, con un LED integrato che ci indica se sia mutato o meno.
Sul retro, invece, troviamo la manopola per regolare il gain, ovvero il volume del microfono. Questo andrà regolato sulla base dell’intensità della fonte sonora da registrare e/o della nostra intenzione. Basterà fare qualche prova per capire quale sia il livello più adatto. Qua abbiamo anche la manopola Pattern per la selezione delle modalità audio, ma di questo ne parleremo fra poco.
Il modello in nostro possesso è nella colorazione Silver, piuttosto sobria ed elegante. Ma sono comunque disponibili diverse varianti: Blackout, Ardesia, Bianco Vintage, Blu, Grigio, Platino, Satin Rosso e Whiteout.
Come anticipato, il Blue Yeti offre quattro modalità di registrazione, a seconda del tipo di utilizzo che se ne voglia fare. Questo grazie alla presenza interna di 3 capsule a condensatore da 14 mm realizzate da Blue. La prima è la Cardioid Mode, ovvero quella classica in cui il suono viene catturato soltanto dalla parte frontale del microfono. Questa è l’opzione da selezionare nel caso in cui ci sia una sola fonte sonora, magari se stiamo registrando un video in solitaria.
Troviamo poi la Stereo Mode che, come ci indica lo stesso nome, permette di catturare il suono da entrambi i canali destro e sinistro. Oltre che dalla parte frontale, quindi, i suoni vengono registrati dalla destra e sinistra del microfono, con un minimo di cattura anche dal dietro.
Se si desidera una registrazione a 360°, invece, possiamo selezionare la Omnidirectional Mode. In questo caso i suoni immortalati arriveranno da tutte le direzioni, l’ideale se si hanno molteplici fonte sonoro. Penso ad esempio ad una riunione, posizionando il microfono in mezzo al tavolo.
Concludiamo con la Bidirectional, simile alla Stereo Mode ma pensata prevalentemente per registrare un’intervista, dato che il suono verrà catturato soltanto dal davanti e dal retro del microfono. Una volta capita quale sia la modalità più adatta alla circostanza in cui ci troviamo, parliamo di qualità audio.
L’audio registrato offre un sample rate a 48 kHz, un bit rate a 16-bit ed un range di frequenze di 20-20.000 Hz. Con una pressione sonora massima di circa 120 dB risulta piuttosto adatto anche in contesti rumorosi come una sala prove o un concerto, a patto di regolare il gain in maniera adeguata.
Per ciò che concerne la qualità sonora, il Blue Yeti si dimostra decisamente versatile. Pur puntando ad un’utenza alla ricerca di un microfono per podcast o video online, può comunque essere utilizzato anche in musica, magari per registrare una chitarra acustica o una parte vocale.
Vista la presenza di ben 3 capsule a condensatore, il microfono risulta piuttosto sensibile agli input esterni. Ciò significa un livello di dettaglio piuttosto alto ma allo stesso tempo anche una maggiore attenzione richiesta per evitare la cattura di suoni di sottofondo non necessari. Sicuramente l’utilizzo di un supporto anti-vibrazione (da comprare a parte) può aiutare.
Un’altra qualità del Blue Yeti è la sua fedeltà alla realtà. Ciò che viene registrato viene mantenuto nella sua forma, senza particolari variazioni. Un dettaglio non da poco sia che si parli di creazioni di contenuti video che audio. Ovviamente in ambito più musicale ci possono essere scelte migliori nel caso in cui si voglia andare a “colorare” la timbrica, ma parliamo anche di prezzi ben superiori.
Insomma, come avrete capito non è facile parlare male di questo Blue Yeti, soprattutto in virtù del suo prezzo. Ad oggi la cifra oscilla attorno ai 150 euro, anche se alcune colorazioni sono scese fino a 99 euro di recente.
Il microfono è robusto e destinato a durare nel tempo, oltre che piuttosto facile nel suo utilizzo. Il fatto di poter scegliere fra più modalità apre un ventaglio di possibilità non indifferente, senza parlare dell’alta qualità audio in rapporto al costo. Certo, magari due accessori in più in confezione non sarebbero stati sgraditi, magari un filtro pop e/o un supporto anti-vibrazione.
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