Telegram potrebbe rischiare il ban totale in Russia. A comunicarlo è lo stesso fondatore dell’applicazione, Pavel Durov, che si sarebbe opposto alla richiesta di fornire dati sensibili sugli utenti.
Lo scorso giugno, infatti, la Russia avrebbe chiesto a Telegram di fornire i dati di alcuni utenti sospettati di terrorismo in modo da poter agire in via precauzionale. Pavel Durov si sarebbe opposto a questa decisione, affermando che andrebbe a minare la privacy delle persone. La risposta del governo Russo non è tardata ad arrivare, con una sanzione di 800.00 rubli, pari a circa 14.000 dollari.
Al momento non è ancora arrivato un ban immediato per Telegram ma sarà il successivo passo se la risoluzione del contenzioso non verrà posta a termine. Pavel Durov, sul proprio social network VK, fa sapere che non appoggerà le richieste della FSB, servizio segreto della Russia, dal momento che sono incostituzionali.
Inoltre, sarebbero elevati anche gli sforzi dal punto di vista tecnologico. Non è cosa da poco sviluppare una backdoor per recuperare dei dati e poi evitare possibili ripercussioni anche su altri utenti. Il CEO dell’applicazione di instant messaging chiede anche, sempre su VK, l’aiuto di alcuni avvocati, invitando gli interessati a candidarsi per difendere questa causa contro la Russia.
Nonostante tutto, sono già state apportate alcune modifiche e intensificati gli sforzi contro i presunti terroristi che utilizzano Telegram. Non si sa come possa finire questa diatriba legale ma sembra proprio che Durov voglia porre la privacy dei propri utenti prima di tutto.
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