Un inizio settimana davvero pessimo per le criptovalute, segnato da un calo del mercato di circa il 20% in soli due giorni.
Dopo un lungo periodo di rialzo, tutte le monete digitali vengono colpite da un grave calo in sole 48 ore (il bitcoin è sceso del 7,72%, mentre l’ethereum del 16,52%) con una perdita totale di ben 38 miliardi di dollari, scendendo a 142 miliardi dai 180 miliardi di dollari registrati sabato scorso.
Il motivo di questa incredibile flessione è da ricercarsi sicuramente nella decisione da parte della Banca Popolare Cinese di vietare le ICO, dichiarandole illegali perché capaci di minare l’ordine economico e finanziario stesso. Che tale decisione avrebbe avuto conseguenze nefaste per le criptovalute era già nell’aria: al di là del semplice segnale lanciato dal calo dei prezzi del Bitcoin e dell’Ethereum nella giornata di ieri, è cosa nota che ogniqualvolta un governo sferra un colpo a questo settore finanziario “virtuale”, tutto il mercato ne risente sistematicamente.
La decisione della Cina impone anche la restituzione dei fondi raccolti tramite il sistema delle ICO da parte delle startup coinvolte: anche questo dato è fondamentale per interpretare i dati dell’immagine. Non è un caso che il calo maggiore (del 35,17%) sia stato subito dal NEO, una criptovaluta e, contemporaneamente, una società che si finanzia proprio tramite ICO.
Un’altra interpretazione dei dati, attribuisce questo calo ad un “surriscaldamento” del mercato, causato dal raggiungimento, da parte del Bitcoin, della soglia di valore più alta mai toccata da una moneta digitale (poco sotto i 5000 dollari). Per dirla in maniera più semplice: la storia del Bitcoin è stata spesso caratterizzata da periodi di crescita seguiti immediatamente da una forte contrazione, generalmente temporanea. Non ci resta che aspettare i prossimi giorni, per poter capire se si è trattato di un episodio momentaneo o se invece ci troviamo di fronte a qualcosa di peggio.
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