Questi ultimi giorni di agosto sono davvero infuocati, in particolar modo per SONY, colosso globale dell’elettronica, finito del mirino della Corte Distrettuale di New York a causa delle certificazioni IP degli smartphone della gamma Xperia.
Negli Stati Uniti è partita una class-action contro l’azienda, che è stata accusata di non aver rispettato i termini di progettazione dichiarati e di pubblicità ingannevole. Non è un caso che SONY sia sempre stata particolarmente attenta al fattore impermeabilità dei suoi dispositivi, tanto da essere spesso pubblicizzato attraverso spot commerciali.
A quanto pare i consumatori non hanno trovato gli smartphone così impermeabili quanto dichiarato: i casi d’infiltrazione d’acqua, con conseguente danneggiamento dei dispositivi, si sono diffusi a tal punto da spingere gli utenti ad unirsi in una class-action contro SONY, che prevede – se dovesse ricevere l’approvazione della Corte – un risarcimento pari al 50% del prezzo del dispositivo danneggiato e un’estensione della garanzia di 12 mesi nel caso di device ancora coperti o di 6 mesi per quelli la cui garanzia è già scaduta.
La lista dei dispositivi incriminati comprende ben 24 modelli appartenenti alla gamma Xperia, tutti pubblicizzati da SONY come dotati di certificazione IP.
Stando al documento depositato presso la Corte Distrettuale di New York, per partecipare alla causa collettiva è necessario essere in possesso di uno degli smartphone incriminati ed aver ricevuto il rifiuto da parte dell’azienda di applicare la normale garanzia, in seguito ad un reclamo per l’infiltrazione d’acqua nel dispositivo.
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