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Come bloccare i servizi a pagamento e chiedere il rimborso | Guida

Quante volte vi è capitato di ricevere un SMS che vi avvisa dell’attivazione di un servizio a pagamento non richiesto, seguito immancabilmente da un generoso addebito sul vostro conto telefonico o sul credito residuo della vostra SIM prepagata? In questa guida vi mostreremo come prevenire queste truffe e, nel caso in cui ne siate già rimasti vittime, come bloccarle e chiedere il rimborso.

L’epoca d’oro dei servizi a pagamento, quando abbonamenti a “loghi e suonerie” erano pubblicizzati con insistenza anche in televisione, è ormai un ricordo. Internet, la grande rete dove si può trovare ogni cosa (e quasi sempre gratis) ha costretto molti servizi premium onesti a un lento declino, alcuni li ha quasi portati all’estinzione. Se la concorrenza del Web è stata fatale per molti servizi, d’altra parte, l’utilizzo di internet tramite rete 3G e 4G si è dimostrato terra fertile per quelli meno onesti.

Come bloccare i servizi a pagamento e chiedere il rimborso | Guida

Le truffe dei servizi a pagamento

Accanto ai tanti servizi premium utili (SMS di banche e carte di credito, charity, trasporti…) è sempre esistita la categoria delle “truffe”, da ritenersi tali non tanto per la scarsa qualità della prestazione offerta quanto per l’utilizzo di pubblicità ingannevole (spesso ai limiti dell’ingegneria sociale) e per l’attivazione indesiderata. Questa classe di truffe è quella che ha visto negli ultimi anni la crescita più rilevante e, per sua natura, è quella da cui è più difficile proteggersi.

Il sistema più subdolo, che può colpire facilmente anche più smaliziati, è quello che prevede l’attivazione in seguito ad un semplice tap su un banner (che può anche essere trasparente, quindi impossibile da rilevare in anticipo) visualizzato dal browser dello smartphone. A questo, tramite un pop-up, segue di solito un codice malevolo che richiede il numero telefonico della SIM all’operatore e procede con l’attivazione del servizio “a valore aggiunto” (VAS).

L’AGCOM ha provato da tempo ad inibire questa pratica richiedendo che per la sottoscrizione di abbonamenti sia necessario inserire manualmente il numero di telefono, che non dovrebbe quindi più essere fornito dall’operatore. Inutile dire, sopratutto se siete capitati su questa pagina in seguito ad un’attivazione indesiderata, che questi tentativi di regolamentazione non hanno eliminato del tutto il problema. È bene infine notare che in questi casi il truffatore non è direttamente né il gestore del servizio premium (Content Service Provider) né l’operatore, ma l’autore della pubblicità ingannevole: il publisher.

Proteggersi dai servizi VAS (barring)

L’unico modo davvero sicuro per proteggersi da eventuali attivazioni indesiderate di servizi premium è quello di richiedere il barring SMS e WAP al proprio operatore. L’attivazione di questa opzione bloccherà infatti sul nascere ogni richiesta di abbonamento con l’unico effetto collaterale di disattivare anche i servizi onesti.

Il metodo più semplice per ottenere questo risultato è quello di contattare il servizio clienti del proprio gestore telefonico e parlare con un operatore. Ecco i numeri dei principali gestori:

  • TIM: 119;
  • Vodafone: 190;
  • Wind: 155;
  • Tre: 133;
  • Postemobile: 160.

Alcuni operatori permettono inoltre l’attivazione del barring direttamente dal loro sito (è il caso di Vodafone e TIM) o da app (Tre). Segnaliamo, infine, che alcuni gestori potrebbero non consentire il barring totale (sia SMS che WAP), lasciando parzialmente esposti a truffe i propri clienti.

Richiedere un rimborso

Trattiamo infine il caso in cui abbiate appena ricevuto un inaspettato messaggio di attivazione di un servizio a pagamento. In questi casi è bene non perdere tempo se si vogliono avere concrete possibilità di evitare che il primo addebito dell’abbonamento diventi permanente. Prima di rilasciare un eventuale rimborso, infatti, i gestori cercano a volte di valutare la buona fede del cliente e possono tendere a non risarcire chi abbia tenuto attivo il servizio per più di qualche ora, tempo sufficiente ad usufruire del prodotto premium offerto.

La prima cosa da fare in questi casi è dunque contattare ancora una volta il servizio clienti del proprio gestore, spiegare la situazione e, chiarendo che si tratta di un’attivazione non desiderata e mai richiesta, richiedere gentilmente un rimborso. È importante ricordare che i gestori non sono obbligati a rilasciare il risarcimento, anche se la pratica è comune per evitare problemi con l’AGCOM: un atteggiamento aggressivo nei confronti dell’operatore del call center potrebbe rivelarsi dunque controproducente.

Dato che nel valutare la pratica i gestori verificano anche l’eventuale presenza di eventi analoghi nel passato dell’utenza, consigliamo inoltre di richiedere contestualmente il barring. Nel caso in cui dopo aver ricevuto un rimborso rimaniate nuovamente vittima di una di queste truffe, infatti, il vostro operatore potrebbe rifiutarvi un secondo risarcimento.

Rimborso da app Vodafone

Nel caso di Vodafone, in particolare, il servizio di blocco e risarcimento è disponibile anche da app. Ecco i passi da seguire:

  1. Aprire l’app My Vodafone Italia;
  2. fare uno swipe da destra a sinistra per far apparire il menù;
  3. tap su “Soddisfatti o rimborsati”;
  4. selezionare “Servizi digitali”;
  5. selezionare gli addebiti da contestare;
  6. dare un tap su “Chatta con un esperto”.

Rimborso da app TIM

Nel caso di TIM, invece, potremo disattivare i servizi da app e richiedere il rimborso da SMS. Ecco come fare:

  1. Aprire l’app MyTIM Mobile;
  2. fare due swipe per far comparire la tile “Servizi TIM”;
  3. tap su “Servizi a contenuto”;
  4. disattivare i servizi non richiesti.

Una volta disattivati i servizi potremo richiedere il rimborso inviando la frase “reclamo servizi VAS non richiesti” al 119.

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