Negli scorsi giorni il Tribunale di Milano ha approvato la sentenza ai danni di TIM, operatore italiano accusato di violazione della privacy da parte dell’ente incaricato, il Garante della Privacy. Questo aveva precedentemente giudicata illegale la prassi con cui TIM avrebbe richiamato 5 milioni di ex-clienti per proporre le ormai note offerte winback di cui tanto vi parliamo sul nostro portale.
La problematica starebbe nel fatto che, fra tutti questi, 2 milioni non hanno espresso il consenso ad essere contattati dopo la chiusura del contratto per la proposta delle succitate winback. In alcuni casi, paradossalmente, l’operatore avrebbe contattato gli ex clienti per chiedere il consenso ad effettuare chiamate di questa natura.
Degno di nota è il fatto che, di questi 5 milioni di utenti ricontattati, soltanto in 5.000 avrebbero accettato l’offerta winback proposta, ovvero lo 0.1%, a simboleggiare quanto poco efficaci siano queste manovre di marketing. L’unico modo legale per TIM (ma valido anche per tutte quante le aziende) per poter contattare persone che non abbiano espressamente concesso tale possibilità è fare affidamento all’elenco telefonico pubblico. In questo caso, a proteggere la privacy ci dovrebbe pensare il Registro delle Opposizioni, purtroppo non sempre efficace a combattere questi fenomeni.
Al contrario, TIM avrebbe sfruttato un proprio database privato, all’interno del quale i numeri dei clienti o ex vengono conservati per 5 anni prima di essere cancellati per sempre. Ma non finisce qui: infatti, in questo periodo ha ricevuto la fiducia del Senato un nuovo disegno di legge Concorrenza, secondo cui tutti quanti possono ricevere tranquillamente telefonate, che abbiano dato il consenso o meno. Fortunatamente, stando a quanto affermato dal ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda, la legge sarà corretta in fase di revisione alla Camera. Personalmente, se da un lato siamo sicuramente lieti che gli operatori propongano offerte sempre più allettanti come rapporto qualità / prezzo, dall’altro preferiremmo che il tutto si svolgesse in maniera più chiara e con una maggiore tutela per tutti coloro che non siano interessati a ricevere telefonate indesiderate.
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