Il Tribunale di Frosinone ha emesso oggi una sentenza a suo modo storica. Per la prima volta su tutto il territorio europeo, infatti, è stata annullata una sanzione pecuniaria di 546.528,69 euro per violazione del diritto d’autore ad un gestore di alcuni siti di streaming pirata.
Le motivazioni di questa storica sentenza ricadrebbero nel fatto che non vi è una connessione automatica tra l’ospitare link di streaming pirata e l’attività di lucro. Come riflesso, quindi, anche la chiusura dei siti è stata messa in discussione.
Fino ad ora, la chiusura del sito e la sanzione erano sempre state comminate automaticamente ma questa sentenza ha stabilito che c’è una distinzione ben precisa insita nell’art. 171-ter, 2 comma, lett. a-bis della L. 633/41 che parla di “finalità di lucro” quando, non potendo dimostrare che l’attività di lucro sia collegata all’uso del link ci troveremmo, invece di fronte ad un “risparmio di spesa“.
Questa sentenza, come è ovvio che sia, è stata contestata dalla FAPAV, la Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali, che ha evidenziato il vuoto legislativo, dovuto alla facilità con la quale i gestori dei siti di streaming pirata mutino i DNS dei siti e alla difficoltà dello stabilire i flussi economici derivati dalle attività illecite sul web.
Ci troviamo, quindi, di fronte ad un nuovo capitolo di una guerra che sicuramente proseguirà nel futuro.
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