Google e Qualcomm sono state informate nel corso del 2016 da Trend Micro di più di 30 vulnerabilità presenti nel sistema operativo Android. L’azienda ha, inoltre, effettuato 19,2 milioni di segnalazioni di app infettate, quasi il doppio rispetto al 2015.
Secondo i dati riportati dalla società americana, parliamo di app adware, spyware, banking, SMS Trojan ma soprattutto ransomware, triplicati nell’ultimo trimestre dello scorso anno rispetto allo stesso periodo del 2015.
La maggior parte di questi ransomware sono degli screen locker, ovvero bloccano lo schermo dello smartphone rendendolo inutilizzabile a seguito dell’apertura di un link o di messaggi truffa, finti aggiornamenti di sistema, giochi e così via.
Ovviamente, tale fenomeno è molto pericoloso per le aziende. Lo smartphone Android di un dipendente, infatti, potrebbe essere l’arma migliore per consentire al truffatore di copiare file e dati riservati e di provare ad introdursi nella rete aziendale, oltre che a richiedere un riscatto alla stessa persona dopo il blocco del device.
Delle 3 milioni di app, presenti nel Google Play Store, analizzate da Trend Micro, l’1% di queste, ovvero circa 30.000, hanno mostrato un codice malevolo. In particolare, la Cina si è rivelata il paese più pericoloso con il 60% di malware registrati dall’azienda americana.
Nella Top 10 troviamo anche Francia, Brasile e Polonia. Fortunatamente, l’Italia non compare nella classifica delle prime 10 nazioni infestate dai virus ma si è registrato, comunque, un andamento pressoché crescente a partire da maggio. Il vero problema risiede nel ransomware mobile, che può manifestarsi in diversi modi, per esempio attraverso il blocco dello schermo.
Trend Micro ha registrato un’intensa attività tra agosto e settembre generata in Indonesia, Russia, India e Giappone. Il malware FLocker, inoltre, sembrerebbe aver preso di mira anche molte Smart TV, soprattutto in Giappone. I trojan specializzati nel furto di dati bancari, invece, arrivano prevalentemente dalla Russia, precisamente con il 74% delle rilevazioni.
Per fortuna, anche in questo caso, l’Italia non rientra tra i paesi d’origine del codice malevole. Anche iOS non è più immune dai pericoli, per via dell’utilizzo del certificato enterprise. Trend Micro, infatti, ha rivelato che c’è stato un incremento degli attacchi sul sistema operativo di Apple, mirati a raggiungere iCloud oppure Apple Pay.
In definitiva, l’utilizzo del device personale come dispositivo aziendale potrebbe rivelarsi il peggior incubo per un dipendente e inoltre sembra sempre più evidente che affidarsi agli iPhone e agli iPad non garantisca automaticamente una assoluta tranquillità.
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