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HP richiama 100.000 batterie per problemi di surriscaldamento

PALO ALTO, CA - SEPTEMBER 16: The HP logo is displayed on the entrance to the Hewlett-Packard Headquarters September 16, 2008 in Palo Alto, California. Hewlett-Packard announced on Monday that it is planning to cut 24,600 jobs worldwide over the next three years after its purchase of Electronic Data Systems for $13.9 billion. (Photo by Justin Sullivan/Getty Images)

Un avviso, inviato dalla Consumer Product Safety Commission, conferma che HP sta richiamando più di 100.000 batterie agli ioni di litio, utilizzate sui suoi notebook, a causa di problemi di surriscaldamento. Questa non è la prima volta che l’azienda ha dovuto ritirare le sue batterie per laptop e, inoltre, ci sono diversi clienti preoccupati su possibili incendi o ustioni.

HP ha richiamato 41.000 batterie per notebook negli Stati Uniti nel giugno dello scorso anno, in seguito a delle segnalazioni fatte da alcuni utenti per situazioni simili. Ora si appresterebbe ad effettuare la medesima cosa ma con un numero significativamente più alto di pezzi sostituiti.

HP: l’azienda richiama 100.000 batterie per notebook

I dispositivi interessati nell’ultimo richiamo di HP comprendono i vari modelli delle serie Envy, ProBook, Compaq Presario e Pavilion, acquistati tra marzo 2013 ed ottobre 2016. Inoltre, l’azienda ha dovuto richiamare anche le batterie sostitutive di questi notebook, vendute separatamente ad un prezzo di circa 90 dollari.

L’avviso inviato dalla Consumer Product Safety Commission riporta che i consumatori dovrebbero smettere immediatamente di usare le batterie presenti nei computer portatili delle serie succitate, rimuoverle dal computer e contattare direttamente HP per farsi inviare una batteria di ricambio in maniera totalmente gratuita.

L’ente statunitense raccomanda ai suoi utenti, almeno fino all’arrivo delle batterie sostitutive, di utilizzare i notebook soltanto alimentandoli tramite l’adattatore AC. Un portavoce di HP ha, però, minimizzato, dichiarando che questo richiamo riguarda meno dell’1% di tutti i notebook venduti durante il lasso di tempo incriminato.

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