WhatsApp ha annunciato ad agosto che avrebbe iniziato a condividere dei dati con Facebook per combattere al meglio lo spam su WhatsApp e per offrire migliori suggerimenti di amici e mostrare annunci più pertinenti su Facebook.
Anche se l’app di messaggistica ha mostrato per 30 giorni una finestra nel quale consentiva agli utenti di scegliere di condividere i dati con la rete sociale, lo scopo principale del servizio sarebbe quello di raccogliere informazioni anonime per aiutare Facebook ad affrontare lo spam e gli abusi.
Come previsto, l’annuncio ha destato molti sospetti da parte degli enti, nonché da alcuni governi, tra cui l’ufficio dell’Information Commissioner del Regno Unito. Dopo un’attenta analisi di 8 settimane sulla politica della privacy della società, l’Information Commissioner ha scoperto che WhatsApp non ha ottenuto un valido consenso dai propri utenti per quanto riguarda la condivisione dei dati con Facebook.
L’intervento di questo ente inglese ha “costretto” il social network a “mettere in pausa” la raccolta dei dati da parte degli utenti WhatsApp inglesi. L’Information Commissioner ha riportato che agli utenti non sono stati dati sufficienti informazioni su ciò che Facebook ha intenzione di fare con i dati raccolti e non crede che WhatsApp abbia ottenuto un valido consenso da parte degli stessi di condividere quanto raccolto.
L’ente del Regno Unito sostiene anche che le persone dovrebbero avere un controllo continuo su come vengono utilizzate le loro informazioni e non solo un avviso che compare per 30 giorni.
Tramite una legge apposita, l’Information Commissioner ha trattato con Facebook per una pausa per quanto riguarda l’utilizzo dei dati dei clienti WhatsApp nel Regno Unito per la pubblicità o per scopi di miglioramento del prodotto.
L’autorità, inoltre, ha chiesto sia a Facebook che a WhatsApp di sottoscrivere un impegno in modo da spiegare in maniera dettagliata ai clienti come saranno utilizzate le loro informazioni. Lo scopo finale dell’Information Commissioner è quello di consentire alla persona di cambiare questa decisione in qualsiasi momento in futuro.
L’ente inglese pensa che i consumatori meritino un maggior livello di informazione e soprattutto protezione. Nel caso in cui Facebook inizializzasse a riutilizzare i dati senza un consenso valido, allora dovrà vedersela con l’ente.
Quanto avvenuto nel Regno Unito potrebbe avere un effetto a cascata in altri paesi europei poiché sono a disposizione ben 28 autorità che hanno come obiettivo principale quello di proteggere i dati degli utenti.
In risposta, Facebook ha dichiarato che WhatsApp ha progettato un aggiornamento sull’informativa della privacy e sulle condizioni per dare gli utenti una spiegazione più chiara e semplice di come funziona il servizio, così come la scelta su come utilizzare i loro dati. Questi aggiornamenti, secondo il social network blu, sono conformi al diritto applicabile e seguono le guide proposte dall’ufficio dell’Information Commissioner del Regno Unito.
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