LinkedIn potrebbe essere bloccato in Russia per aver violato una legge sul data storage entrata in vigore nel settembre 2015. Si attende il verdetto della Corte di Mosca.
Durante l’ultimo agosto, una prima Corte aveva decretato in favore del Roskomnadzor (Servizio Federale per la supervisione nella sfera della connessione e comunicazione di massa) perchè LinkedIn avrebbe violato ben due normative: la prima è quella relativa al data storage sui server, che devono essere sul territorio nazionale, la secondo riguarda il passaggio delle informazioni degli utenti ad attori di terze parti non registrati al sito.
In risposta alla decisione della Corte, un portavoce di LinkedIn ha dichiarato che questa decisione “potrebbe negare l’accesso a LinkedIn ai milioni di utenti che abbiamo in Russia e alle aziende che ci utilizzano per far crescere il proprio business“, aggiungendo che sono (ovviamente) disposti ad un incontro col Roskomnadzor per discutere sulla legge per la localizzazione dei dati.
Non è la prima volta che le aziende straniere entrano in contrasto con le leggi russe. Finora, gli executive da tutto il mondo hanno ripetutamente sostenuto che questa particolare legge sullo storage dei dati possa solamente servire alle autorità per richiedere l’accesso ai dati degli utenti, garantendo più controllo sul traffico online.
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