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iPhone 6: si rafforza la class action contro Apple per il problema al touch

Già da alcuni mesi, Apple è alle prese con un nuovo grattacapo, in quanto un numero sempre maggiore di possessori di iPhone 6 e soprattutto di iPhone 6 Plus, si lamentavano per un grave malfunzionamento del touch-screen del proprio smartphone. Ora però sono attive due class action contro il colosso di Cupertino, per fargli riconoscere il problema ed avviare un piano di assistenza.

Poco dopo i primi riscontri del problema, tre proprietari di iPhone hanno fatto causa ad Apple, intraprendendo contro di lei una class action, adducendo come motivazione che la società fondata da Steve Jobs si rifiutava di riparare i dispositivi affetti da questo problema gratuitamente.

Ora, il portale giornalistico americano Motherboard riporta che la pressione per spingere Apple a rispondere alle accuse ascrittele sta aumentando perché, oltre ad essere cresciuto notevolmente il numero di firmatari dell’azione legale aperta in California, una seconda causa è partita anche nello stato dello Utah.

Un problema ingegneristico

Dalla foto qui sopra riportata si può vedere uno degli stati finali del problema. Infatti, quello che è stato soprannominato “Touch Disease” si manifesta dapprima con un malfunzionamento del touch-screen, che inizia a non rispondere ai tocchi dell’utente, al quale segue poi un arresto improvviso e casuale dello smartphone, che sembra come “congelarsi” senza rispondere a nessun tipo di input, ed infine, durante l’uso regolare, si visualizza nella parte superiore, proprio sopra alla barra di stato, un’invadente striscia grigia.

Il problema colpisce entrambi i modelli, quello standard e il Plus. Il malfunzionamento è generato da un danno che si viene a creare sul “Touch IC” ovvero il componente integrato addetto alla gestione e all’interpretazione dei tocchi delle dita sul display. A causa della poca robustezza della scocca degli iPhone 6, che ha dato il via al famoso “Band Gate“, questi smartphone tendevano a piegarsi se sottoposti ad una forte pressione ma anche l’uso quotidiano in tasche strette dei pantaloni porta ad ottenere risultati simili o forse peggiori. Difatti, le tensioni che di volta in volta la tasca piegata esercita sullo smartphone portano a far piegare leggermente l’iPhone e a danneggiare il chip in questione a lungo andare.

Se ne conviene dunque che un cambio dello schermo non è una soluzione adeguata. Apple non effettua interventi di riparazione sulle schede logiche dei suoi iPhone, dunque le uniche soluzioni che propone ad un cliente che si presenta con questa problematica sono l’acquisto di un nuovo dispositivo oppure pagare 331,20 euro o 361,20 euro per avere rispettivamente un altro iPhone 6 o 6 Plus ricondizionati, i quali, nella maggior parte dei casi, manifesteranno ugualmente gli stessi problemi.

Le Class Action convinceranno Apple ad affrontare la questione?

Attualmente Apple deve ancora riconoscere pubblicamente il problema ma da alcune indiscrezioni emerse oggi sembra che cinque differenti tecnici Apple del Genius Bar abbiano confermato che l’azienda sia consapevole di questo problema ma non vuole che i clienti lo sappiano.

Tuttavia il produttore di Cupertino ha almeno riconosciuto il problema nel tribunale federale. Infatti, Apple ha richiesto un’estensione di tempo per rispondere alla denuncia nel più recente caso dello Utah, mentre in quello della California ha richiesto, tramite i suoi avvocati, che le due azioni legali in vigore siano unificate in un unico caso.

Attualmente, i firmatari (fra cui spiccano anche nomi importanti per la California, come quello di un ex Giudice Federale) ed i rappresentati legali sono fiduciosi che la diffusione che sta ottenendo la campagna porterà Apple a dover riconoscere il problema e a trovare un’adeguata soluzione.

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