Già da alcuni mesi, Apple è alle prese con un nuovo grattacapo, in quanto un numero sempre maggiore di possessori di iPhone 6 e soprattutto di iPhone 6 Plus, si lamentavano per un grave malfunzionamento del touch-screen del proprio smartphone. Ora però sono attive due class action contro il colosso di Cupertino, per fargli riconoscere il problema ed avviare un piano di assistenza.
Ora, il portale giornalistico americano Motherboard riporta che la pressione per spingere Apple a rispondere alle accuse ascrittele sta aumentando perché, oltre ad essere cresciuto notevolmente il numero di firmatari dell’azione legale aperta in California, una seconda causa è partita anche nello stato dello Utah.
Dalla foto qui sopra riportata si può vedere uno degli stati finali del problema. Infatti, quello che è stato soprannominato “Touch Disease” si manifesta dapprima con un malfunzionamento del touch-screen, che inizia a non rispondere ai tocchi dell’utente, al quale segue poi un arresto improvviso e casuale dello smartphone, che sembra come “congelarsi” senza rispondere a nessun tipo di input, ed infine, durante l’uso regolare, si visualizza nella parte superiore, proprio sopra alla barra di stato, un’invadente striscia grigia.
Se ne conviene dunque che un cambio dello schermo non è una soluzione adeguata. Apple non effettua interventi di riparazione sulle schede logiche dei suoi iPhone, dunque le uniche soluzioni che propone ad un cliente che si presenta con questa problematica sono l’acquisto di un nuovo dispositivo oppure pagare 331,20 euro o 361,20 euro per avere rispettivamente un altro iPhone 6 o 6 Plus ricondizionati, i quali, nella maggior parte dei casi, manifesteranno ugualmente gli stessi problemi.
Tuttavia il produttore di Cupertino ha almeno riconosciuto il problema nel tribunale federale. Infatti, Apple ha richiesto un’estensione di tempo per rispondere alla denuncia nel più recente caso dello Utah, mentre in quello della California ha richiesto, tramite i suoi avvocati, che le due azioni legali in vigore siano unificate in un unico caso.
Attualmente, i firmatari (fra cui spiccano anche nomi importanti per la California, come quello di un ex Giudice Federale) ed i rappresentati legali sono fiduciosi che la diffusione che sta ottenendo la campagna porterà Apple a dover riconoscere il problema e a trovare un’adeguata soluzione.
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