Android

Google Pixel | Android all’ennesima potenza, ma.. | La recensione di GizBlog.it

Quest’oggi vi proponiamo la nostra recensione del Google Pixel, ovvero l’evoluzione della tanto amata serie Nexus vista negli scorsi anni.

Stiamo parlando di un top di gamma, vista l’implementazione di una scheda tecnica comprensiva di Snapdragon 8214 GB di RAM LPDDR4 e 32 GB di memoria interna UFS 2.0.

Ma la vera forza di questo device è sicuramente il software, grazie alla presenza dell’ultimo Android 7.1 Nougat, sistema cucito su misura per questo terminale. Ma tutto ciò giustifica la spesa di ben 759 euro (prezzo papabile per l’Italia)? Scopriamolo nel nostro articolo!

Google Pixel: la recensione completa di GizBlog.it

Unboxing

La confezione del Google Pixel si presenta in maniera similare a quanto visto con il precedente LG Nexus 5X, con un’apertura a scorrimento che rivela la seguente dotazione:

  • Google Pixel
  • caricatore con ingresso Type-C e presa UK da 5/9V 2/3A;
  • cavo USB Type-C / USB Type-C;
  • cavo USB / USB Type-C;
  • adattatore USB / USB Type-C
  • spilletta per l’estrazione dello slot SIM
  • cartoncini per la guida rapida

Essendo stato acquistato in UK, il caricatore presenta il relativo connettore regionale. Chiaramente quando arriverà in Italia, sarà presente con l’apposito connettore.

Design e qualità costruttiva

Le linee estetiche adottate sul Google Pixel sono probabilmente l’aspetto più controverso del terminale.

Se posteriormente il design può risultare più o meno originale, la parte frontale fa indubbiamente storcere il naso a causa delle ampie cornici attorno al display, soprattutto per quanto riguarda la parte inferiore, nella quale sarebbe stato preferibile integrare il lettore d’impronte o perlomeno i tasti capacitivi.

In questo caso in colorazione Quite Black, l’alluminio utilizzato per la scocca si sposa con una parte in vetro utilizzata per la parte superiore della back cover.

Più che per una scelta stilistica, questa sezione in vetro sarebbe stata realizzata per una miglior trasmissione del reparto connettività. Peccato che siano comunque presenti delle bande in plastica sia nella parte inferiore che in quella superiore.

Inoltre, ma questa è da prendere come una considerazione soggettiva, questa commistione di materiali restituisce una sensazione “strana” quando si va ad impugnare il telefono. Al di là di ciò, la costruzione è realizzata in maniera impeccabile ed i materiali utilizzati risultano di prima qualità, privi di imperfezioni e di scricchiolii.

Sulla parte posteriore troviamo delle curvature laterali le quali donano al tutto un aspetto più sinuoso, ma ne peggiorano il fattore scivolosità.

E proprio parlando di ergonomia, le dimensioni di 143.8 x 69.5 x 7.3/8.5 mm ed il peso di 143 g fanno del Google Pixel uno dei pochi flagship odierni compatto, anche se non stiamo parlando di misure record: basti pensare allo ZUK Z2 o allo Xiaomi Mi 5S.

Come avrete notato, lo spessore non ha una misura unica, ma parte da un minimo di 7.3 mm nell’estremità inferiore per poi arrivare agli 8.5 mm dell’estremità superiore. Un piccolo stratagemma adottato per evitare il sempre fastidioso scalino della fotocamera, qua a filo con la parte in vetro. Ottima scelta, anche perché la differenza di spessore non si avverte durante l’utilizzo.

Analizzando i profili, sul lato destro troviamo il tasto Power zigrinato posto atipicamente sopra al bilanciere del volume, posizione a cui ho dovuto fare inizialmente l’abitudine. Sul lato sinistro, invece, è posto unicamente lo slot SIM. Da menzionare la cura di dettagli come la stampa dell’indirizzo della sede di Google su di esso: “1600 AMPHITHEATRE, MNT VIEW CA 94043”.

Sul lato superiore vediamo l’ingresso mini-jack da 3.5 mm, mentre inferiormente sono situati l’ingresso USB Type-C e le due feritoie che ospitano lo speaker mono ed il microfono di sistema.

Oltre alle abbondanti cornici, un particolare che non mi ha granché convinto nella parte frontale è la disposizione dei sensori di luminosità/prossimità, i quali vanno a rubare troppo spazio alle già ampie cornici (l’ho già detto che sono troppo ampie?).

Presente anche la fotocamera anteriore da 8 mega-pixel ed il LED di notifica monocromatico di colore verde, integrato all’interno della capsula auricolare. Di default il LED è disattivato, in quanto è attiva la funzione Ambient Display per risvegliare il display e mostrarci la notifica ricevuta; recandosi nella voce “Notifiche” delle Impostazioni è comunque possibile attivare entrambi.

Posteriormente, invece, è posizionato il lettore d’impronte digitali, il cui funzionamento è tutto sommato preciso ed abbastanza veloce, anche se non ai livelli di altri dispositivi come OnePlus 3 o Xiaomi Mi 5. Fra le gestures disponibili troviamo la possibilità di aprire la tendina delle notifiche tramite uno swype sul sensore.

Oltre ad esso vediamo la fotocamera posteriore da 12.3 mega-pixel, affiancata da un doppio flash LED dual tone, il modulo per l’autofocus laser ed un secondo microfono per la soppressione dei rumore.

Presente la certificazione IP53, la quale “garantisce” l’utilizzo del Pixel sotto alla pioggia ma nulla più. Probabilmente si sarebbe potuto fare di più e raggiungere un livello di IP67/68, così come presente su iPhone 7 e Samsung Galaxy S7.

Display

Il display integrato a bordo del Google Pixel è un pannello da 5 pollici con risoluzione Full HD 1920 x 1080 pixel e 441 PPI, NTSC 100% e contrasto 100000:1, protetto da un vetro Corning Gorilla Glass 4 lievemente curvato (quasi impercettibilmente).

La tecnologia AMOLED, pur offrendo neri perfetti, non garantisce la stessa fedeltà cromatica degli ultimi ottimi AMOLED adottati da Samsung, con una variazione verso tonalità giallognole quando si inclina il display.

Ottimo il funzionamento del touch screen, sempre molto reattivo, così come il funzionamento del sensore per la luminosità adattiva. A proposito di luminosità, è soddisfacente il valore massimo, il quale ci garantisce un utilizzo anche sotto forte luce solare, mentre per la luminosità minima si poteva fare qualcosa in più. Buono il fattore oleofobicità, anche se non fra i migliori del settore.

Fra le impostazioni troviamo la Modalità Notturna, con cui filtrare le luci blu del display per affaticare meno gli occhi durante l’utilizzo di sera. Presente anche possibilità di ridimensionare carattere e contenuti del display.

Hardware

Come anticipato, il Google Pixel presenta una scheda tecnica di fascia alta. Il cuore del dispositivo è rappresentato dal SoC quad-core Qualcomm Snapdragon 821 ma in versione “downclockata“, con processo produttivo a 14 nm ed architettura a 64 bit Kryo: 2 x 2.15 GHz + 2 x 1.59 GHz.

La fluidità è poi garantita dai 4 GB di RAM LPDDR4, grazie ai quali non si hanno grossi problemi anche durante l’utilizzo intenso del multitasking. Premendo il tasto Multitasking si accede alle app aperte, organizzate in schede verticali, le quali possono essere tutte chiuse in un click tramite l’apposito pulsante.

La parte grafica è affidata alla potente GPU Qualcomm Adreno 530, la cui resa anche con i giochi più pesanti come Asphalt 8Real Racing 3 è ormai nota: massima fluidità, frame rate fluido e dettagli al massimo.

Tutta questa potenza hardware, associata ad un software più che mai snello, si ripercuote chiaramente nell’utilizzo quotidiano più blando, durante il quale non si nota nessun lag o impuntamento.

Il browsing è ovviamente gestito da Chrome ed il tutto gira in maniera molto fluida, senza ricaricamenti grafici e con un’estrema reattività ai comandi tattili. Per quanto riguarda la riproduzione video, sono supportati i file 4K.

Trattandosi della versione base dello smartphone, abbiamo 32 GB di memoria interna. Pur essendo non espandibile, la velocità di trasferimento in scrittura e lettura è decisamente rapida, fattore di cui ci accorgeremo non appena andremo ad installare delle app sul device.

Benchmark

Qualità fotografica

Uno dei punti di forza del Google Pixel è sicuramente il comparto fotografico. Posteriormente trova posto una fotocamera posteriore Sony IMX378 Exmor RS da 12.3 mega-pixel con apertura focale f/2.0, pixel da 1.55 μm e sensore da 1/2.3″. Le foto vengono scattate a massima risoluzione in 4:3, mentre per scattare in 16:9 bisogna scendere a 8.3 mega-pixel.

Anteriormente, invece, è situata una fotocamera anteriore Sony IMX179 CMOS da 8 mega-pixel con apertura f/2.4, pixel da 1.4 μm e sensore da 1/3.2″. Per scattare in 16:9 è necessario scendere a 4.1 mega-pixel.

L’interfaccia della fotocamera è molto snella e tramite uno swype laterale è possibile switchare fra foto e video. Non è presente un’apposita modalità Manuale, ma dalla schermata è possibile accedere rapidamente ad HDR+, esposizione, bilanciamento del bianco, flash, griglia e timer. Assenti le opzioni per la messa a fuoco manuale ed il salvataggio in RAW, per le quali sarà necessario eventualmente affidarsi ad app di terze parti.

Le opzioni di scatto sono PanoramaSlow-MotionPhoto-SphereSfocatura Obiettivo. Tramite quest’ultima funzione è possibile scattare una foto e successivamente regolare l’effetto bokeh degli scatti in post-produzione.

Gli scatti effettuati presentano una qualità molto alta, soprattutto per quanto riguarda il range dinamico, molto ben calibrato sia in fase diurna che notturna. Ciò è reso possibile dalla funzione HDR+, la quale è sempre attiva di default ogni volta che avviamo la fotocamera (è comunque disattivabile). Buona la calibrazione delle luci ed il mantenimento dei dettagli.

Google Pixel - Sample fotocamera

Purtroppo in fase notturna la qualità cala vistosamente, soprattutto a causa dell’assenza di stabilizzazione ottica, con un dettaglio che va un po’ a perdersi a causa delle vibrazioni della mano in fase di scatto.

Flash OFF
Flash ON
Flash ON (completamente al buio)
Flash OFF
Flash ON
Flash ON

Molto buone anche le foto scattate con il sensore frontale, con colori ricchi (ma non eccessivamente saturi) grazie anche in questo caso alla funzione HDR+.

Da segnalare gli ormai noti problemi di lens flaring negli scatti in controluce. Non è chiaro se si tratti di un problema software o hardware, ma Google avrebbe promesso a breve un aggiornamento in merito.

Test video 4K e Full HD

Il Google Pixel è uno dei pochi top di gamma ad integrare soltanto la stabilizzazione EIS, la quale agisce in combinazione con il giroscopio, restituendo video fra i più stabili nel settore mobile, anche se non privi di qualche artefatto. Tuttavia il dettaglio non è al livello delle foto, soprattutto per quanto riguarda i soggetti in lontananza.

I formati in cui è possibile registrare in 4K e Full HD a 30 fps, oltre che Slow-Motion a 120/240 fps con audio incorporato. Peccato per l’assenza della modalità a 60 fps.

Qualità audio

L’audio fornito dal Google Pixel viene veicolato tramite il singolo speaker mono posto nella parte inferiore della scocca.

Ascoltando musica tramite l’altoparlante si ha un volume alto ma dalla qualità nella media, soprattutto se confrontato con dispositivi migliori sotto questo aspetto, come Nubia Z11 e ZTE Axon 7Più soddisfacente l’ascolto in cuffia, con un volume sempre alto ma decisamente più corposo a livello di frequenze riprodotte, così come per l’ascolto tramite capsula auricolare.

Connettività

Il Google Pixel offre uno slot single Nano SIM con pieno supporto alla bande 4G tramite modem LTE Cat.12. In questi giorni d’utilizzo la ricezione si è sempre dimostrata all’altezza, garantendo copertura anche nelle zone più difficoltose.

Convincente lo switch fra rete dati e Wi-Fi 802.11 a/b/g/n/ac Dual Band, il quale presenta una velocità di download molto buona. Il resto della scheda tecnica presenta Bluetooth 4.2 ed NFC, entrambi senza alcun problema di funzionamento.

La navigazione satellitare è garantita dai sensori GPS/A-GPS/GLONASS oltre alla presenza della bussola elettronica. L’aggancio del segnale è rapido sia in luoghi aperti che al chiuso.

Software

Ok, il Google Pixel presenta un comparto hardware di tutto rispetto. Tuttavia, il vero fulcro di questo prodotto è indubbiamente il software, in questo caso Android 7.1 Nougat, sistema che è cucito su misura per il Google Pixel.

Oltre alla estrema velocità riscontrata durante l’utilizzo quotidiano e alle varie funzioni illustrate nel corso della recensione, Android 7.1 riserva altre features molto interessanti:

  • doppio tap sul tasto Multitasking per switchare fra le ultime 2 app eseguite
  • pressione prolungata sulle icone per aprire delle shortcuts e creare delle icone personalizzate per ognuna di esse (in stile Force Touch)
  • gestione dei toggle rapidi nella tendina delle notifiche

Autonomia

Il Google Pixeè alimentato da una batteria non removibile da 2770 mAh, i cui risultati convincono ma non stupiscono.

Infatti, con un utilizzo intenso, fatto di quasi soltanto connettività 3G/4G, navigazione GPS, riproduzione audio/video, 2 mail in push, social e le varie app di messaggistica in continuo utilizzo, sono riuscito a raggiungere circa 4 ore di display attivo, un risultato sicuramente soddisfacente in relazione alla dimensione della batteria, ma non fra i primi della classe.

Idem per la ricarica rapida, con la quale si impiega circa 1 ora e 40 minuti per raggiungere una ricarica completa.

Conclusioni

Ma tutto ciò giustifica la spesa di ben 759 euro (prezzo papabile per l’Italia)?
Questa era la domanda che avevo posto ad inizio recensione e la risposta, a mio onesto parere, è no.

Facendo un’analisi a 360° e partendo dall’aspetto estetico, il Google Pixel lascia più di un dubbio in merito, sia per il design abbastanza opinabile che per la scarsa ottimizzazione degli spazi, specialmente nella parte frontale.

Dal punto di vista delle prestazioni e della connettività abbiamo nelle mani uno smartphone solido e molto reattivo, ma niente che altri terminali non riescano ad eguagliare, se non a superare sotto alcuni aspetti (lettore d’impronte in primis).

Il comparto fotografico è probabilmente fra i migliori attualmente in circolazione, ma anch’esso non è esente da difetti. E anche considerando l’autonomia non stiamo parlando del migliore telefono sulla piazza.

Il punto è: a chi si rivolge il Google Pixel? All’utenza “premium”? Chi compra solitamente Apple o Samsung difficilmente sarà attirato da uno smartphone che, seppur potente, manca di tutti quei dettagli che devono caratterizzare un telefono con questi costi: penso alla certificazione IP68, un chip audio dedicato, uno speaker frontale o ad un display Dual Edge.

Se invece il target del Google Pixel è tutta l’altra fetta di utenza, direi che anche in questo caso viene difficile da consigliare un telefono così costoso quando sul mercato ci sono alternative ormai consolidate come OnePlus 3, Nubia Z11 o Honor 8, che alla metà del prezzo offrono un’esperienza di poco inferiore se non equivalente.

Se inoltre consideriamo che il Google Pixel qua da noi in Italia arriverà soltanto nei prossimi mesi, per poi vedere poco dopo presentati i nuovi Samsung Galaxy S8, LG G6 e via dicendo, beh, Google potrebbe arrivare tardi in un mercato oggi competitivo come non mai.

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