Facebook ha immediatamente smentito le insistenti voci di corridoio che affermavano come la compagnia origliasse le conversazioni private dei propri utenti per offrire loro pubblicità migliori. In una dichiarazione rilasciata la scorsa settimana, Facebook ha affermato infatti che le pubblicità vengono differenziate solamente in base agli interessi e ad altre informazioni visibili pubblicamente sul profilo.
Si tratta chiaramente di una risposta diretta recenti affermazioni di una certa Kelli Burns, una professoressa alla University of South Florida. Questa settimana, durante un’intervista con il The Indipendent, Burns ha infatti reso pubbliche le proprie preoccupazioni riguardo alla possibilità che Facebook ascolti le conversazioni private degli utenti.
Nonostante nessuno sia effettivamente in possesso di prove certe per confermare le proprie teorie, Burns non è il primo ad aver sollevato questo genere di dubbi. E se, in fondo, gli utenti danno già il permesso a Facebook di accedere liberamente al microfono quando si effettuano chiamate o si registrano dei video, cosa impedisce all’azienda di origliare costantemente le persone, anche durante conversazioni private?
Si tratterebbe ovviamente di una palese violazione della privacy. La compagnia ha già ammesso di ascoltare le parole degli utenti per offrire loro pubblicità migliore, ma solo quando vengono utilizzate funzioni che sfruttano esplicitamente il microfono, come ad esempio quando si registra un messaggio audio o video. Ai più paranoici consigliamo tuttavia di disattivare l’accesso dell’applicazione Facebook al microfono del proprio dispositivo.
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