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PCM di IBM, la memoria di nuova generazione?

Nella giornata di ieri IBM ha rivelato al mondo una maniera più efficiente di utilizzare delle memorie a cambiamento di fase, una tecnologia che potrebbe un giorno sostituire sia la RAM che i classici sistemi di archiviazione in flash.

La memoria a cambiamento di fase, o PCM, è un tipo di memoria non volatile che funziona modificando il comportamento del vetro “chalcogenide”, lo stesso materiale utilizzato all’interno dei dischi Blu-ray riscrivibili. Delle leggere scariche elettriche vengono applicate sulle celle che compongono la PCM, modificando in questo modo la loro struttura da amorfa a cristallina, e permettendo di archiviare al loro interno degli 0 o 1.

In passato il problema della tecnologia PCM è sempre stato il prezzo proibitivo unito alla bassa capacità di archiviazione, rendendo questa tecnologia decisamente poco utile per le applicazioni di memoria più comuni, come ad esempio per i PC ed i cellulari. I ricercatori di IBM sono tuttavia riusciti a scoprire un metodo per archiviare ben tre bit all’interno di ogni singola cella. “Grazie all’altissimo livello di densità raggiunto, il costo delle PCM sarà presto molto più basso delle DRAM e simile a quello delle memorie flash“, ha dichiarato Haris Pozidis, uno dei ricercatori di IBM.

IBM afferma che le potenziali applicazioni di questa tecnologia sono molteplici. Sarebbe ad esempio possibile rimpiazzare le RAM dei moderni PC, oppure creare una sorta di ibrido tra PCM e memoria flash per rendere più veloce l’avvio dei cellulari.

“Il sistema operativo dei telefoni potrebbe essere archiviato all’interno di una PCM, permettendo al dispositivo di avviarsi in appena una manciata di secondi“, ha dichiarato la compagnia. “Nel campo delle aziende invece intere banche dati potrebbero essere realizzate in PCM, rendendo i tempi di accesso alle informazioni praticamente istantanei.”

Inoltre a differenza delle memorie flash, che possono resistere ad appena 3.000 cicli di scrittura, le PCM riescono tranquillamente a sopportare anche 10.000 cicli prima di cominciare a deteriorarsi, rendendo questa tecnologia particolarmente utile per i grossi centri dati.

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