Il futuro si prospetta molto luminoso sotto molti punti di vista, soprattutto quando parliamo di innovazione tecnologica applicata alla vita di tutti i giorni e delle implicazioni in ambito medico che ciò potrebbe avere. Il lato oscuro, tuttavia, risiede in un’altra prospettiva, ovvero in quella della perdita massiva di posti di lavoro sostituiti da una sempre più dilagante automazione.
A molti sarà familiare la Foxconn, di cui abbiamo recentemente parlato in merito ad un’altra questione, nome di una delle aziende cinesi a cui perfino Apple si affida per l’assemblaggio dei propri dispositivi, la quale ha recentemente sostituito ben 60000 dei suoi lavoratori, con dei robot. Il governo cinese, ha riformulato l’accaduto affermando che la Foxconn “soltanto in una delle sue fabbriche ha ridotto la forza lavoro da 110000 a 50000 unità grazie all’introduzione dei robot.”
Quest’informazione giunge da una testata giornalistica cinese, il South China Morning Post, in relazione alla tematica dell’ascesa dei robot che ha preso piede nel paese. Nell’impero del settore mobile, la Foxconn ricopre un ruolo non di primo piano agli occhi del pubblico, ma a dir poco fondamentale, dietro le quinte, per aziende importanti come Samsung ed Apple.
Nonostante l’evidente taglio di forza lavoro, l’azienda ha affermato che gli impiegati sostituiti dagli automi non siano ora disoccupati:”Stiamo applicando l’ingegneria robotica e altre tecniche produttive innovative per rimpiazzare gli impiegati in quei compiti estremamente ripetitivi, e tramite la formazione, fare in modo che i nostri impiegati si occupino di compiti più complessi ed importanti del processo produttivo e ci aspettiamo quindi di mantenere la forza lavoro che abbiamo acquisito in Cina.”
Anche se la Foxconn asserisce che i robot non siano un problema per l’uomo a livello occupazionale, ma gli economisti e gli esperti in ambito tecnologico, non sono altrettanto sicuri che ciò sia totalmente corretto.
La disoccupazione “tecnologica” sta lentamente diventando uno dei problemi mondiali di maggior rilevanza, dato che la relazione tra uomo, forza lavoro e automazione si sta facendo progressivamente più complessa. Uno studio fatto dalla Casa Bianca negli Stati Uniti, nel 2010, ha stimato che di tutti i lavoratori che guadagnano meno di 20 dollari all’ora, l’83% sia a rischio disoccupazione a causa di un eventuale sostituzione della loro funzione con un sistema automatizzato.
Perfino per i lavoratori che guadagnano 40 dollari all’ora, le probabilità rimangono al 31% e con questi dati, a breve avremo dei McDonald’s gestiti da automi. Cosa ne pensate voi “dell’ascesa dei robot”? Va vista come la fine di un’era o come l’inizio di un qualcosa di nuovo e positivo? Fatecelo sapere nei commenti e continuate a seguirci come sempre.
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