Donald Trump non è certo celebre per la sua profonda conoscenza del mondo della tecnologia, e proprio nella giornata di ieri ha ancora una volta riaffermato la propria ignoranza. Il nominato repubblicano alle presidenziali ha infatti raccontato ad una folla in visibilio alla Liberty University che, una volta eletto presidente, farà sì che Apple possa “costruire i suoi dannati computer negli Stati Uniti”, e non in Cina come accade adesso. Sulla carta un’idea fantastica, ma non c’è alcuna prova a sostegno che una cosa del genere possa effettivamente accadere.
Innanzitutto, non esiste al momento alcuna legge che possa costringere Apple, o qualsiasi altra compagnia, a trasferire i propri centri di produzione all’interno del territorio americano. Una mossa del genere porterebbe inoltre moltissimi paesi al totale collasso economico! E a quel punto sarebbe del tutto inutile produrre i propri dispositivi in casa, se i maggiori mercati in cui questi vengono venduti all’improvviso smettessero di esistere.
Una proposta del genere ignora poi completamente la questione del costo di manodopera e della disponibilità delle materie prime. I giganti cinesi della produzione, come ad esempio Foxconn, possono in un attimo mettere in moto migliaia di lavoratori ed una quantità incredibile di risorse. Una cosa del genere sarebbe assolutamente impossibile negli Stati Uniti.
Si tratta quindi dell’ennesima vana promessa da parte di Trump. I propositi sono certamente buoni, ma manca un vero e proprio piano politico a supporto di tale idea. Salvo qualche assurdo ribaltamento dell’economia mondiale, è molto probabile che Apple continuerà a produrre i propri dispositivi all’estero.
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