Pochi giorni fa Satya Nadella, CEO di Microsoft, ha rilasciato un’intervista tramite il portale Buzzfeed News in cui ha parlato in maniera ampia dell’attuale situazione di Microsoft.
Partendo dall’argomento “smartphone“, Nadella ha affermato che la situazione non è pienamente sostenibile, in quanto Microsoft possiede soltanto l’1,7% del mercato dei device, quasi il 50% in meno rispetto al Q3 2014.
“Penso che sia errato misurare il proprio successo solamente considerando cose tipo: Qual è la quota di mercato di HoloLens? Qual è la quota di mercato di Xbox? Qual è la quota di mercato dei PC? Qual è la quota di mercato dei nostri telefoni?”
Ha poi continuato: “Se pensi a tutto ciò come se fosse un grafico queste devices sono come dei nodi. Qualche volta l’utente li userà tutti, qualche volta ne usarà soltanto 1 o 2, oppure ne userà qualcuno assieme ad altre piattaforme, e via dicendo. Ma la cosa per noi più importante è essere sicuri di rendere l’esperienza fra questi devices il più completa possibile.”
Ne consegue che uno dei punti focali nel percorso di Microsoft non sia tanto il soffermarsi sul prodotto in sé, quanto in tutto ciò che gli ruota attorno; un grosso passo avanti in questa direzione è senza dubbio l’introduzione di Windows 10, il cui punto cardine è l’unione dell’esperienza utente su più dispositivi in una sola.
Rispetto al passato, Nadella ha in mente una nuova mentalità per l’azienda, in cui non conti solamente il raggiungimento di un obiettivo “fine a sé stesso”, quanto piuttosto la creazione di un percorso in costante evoluzione, passando dall’essere “quelli che sanno tutto” a “quelli che imparano tutto”:
“Dobbiamo avere un modello in cui non ragionare più in termini di: ‘prendiamo una cultura A, scongeliamola, cambiamola, e ricongeliamola’, perchè è un modello che non può funzionare, perchè non appena scongeli qualcosa, quel qualcosa diventerà già irrilevante il giorno dopo.”
Al momento, non si può certo dire che le cose vadano per il meglio da quando Nadella ha conquistato la leadership dell’azienda nel 2014, in quanto solo durante lo scorso anno il brand Nokia si è svalutato di 8,4 bilioni di dollari, e circa 9000 dipendenti sono andati in cassa integrazione, con altrettanti posti a rischio.
“Come CEO, queste sono senza alcun dubbio decisioni personali difficilissime che hanno sempre un forte impatto sulle altre persone. Ma sono necessarie, perché per essere sicuri di indirizzare bene l’azienda verso le opportunità future, spesso vanno fatte delle scelte, e queste scelte spesso sacrificano dei posti di lavoro.”
Se foste interessati, a questo link potete trovare l’intervista completa (in inglese).
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