Un articolo apparso recentemente su Atlantic racconta la storia di Griffin, un adolescente californiano con una tossicodipendenza, che è stato prelevato nel cuore della notte dalla sua casa per essere condotto in un centro di riabilitazione.
La sua dipendenza? In una parola, internet.
Al giorni d’oggi l’aggettivo “dipendente” è abbastanza inflazionato: si può essere dipendenti dall’alcol dalla droga, dalle sigarette e persino dalle serie TV. A queste più note forme di dipendenza può essere aggiunta anche quella da internet? I pareri sono contrastanti, in quanto la risposta è affermativa per i media, mentre è negativa per la comunità psichiatrica.
Da un punto di vista medico la dipendenza da internet non è infatti contemplata nella quinta edizione del “Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali”, che contiene la classificazione standard dei disturbi mentali redatta dagli psichiatri statunitensi.
Se invece, come sostengono i media, internet genera una vera e propria dipendenza, come fare a curarla? Da un recente sondaggio condotto da uno studio legale britannico, risulta che una persona su sette ha contemplato il divorzio a causa dell’attività sui social network del coniuge, mentre un caso di cronaca recente riporta la notizia di un’adolescente scappata dalla sua casa in Cina dieci anni fa, e ritrovata viva e vegeta con residenza in un internet cafè per giocare tutto il giorno ai videogiochi.
Internet potrebbe essere paragonato ai cibi e alle bevande di un fast food; sono piacevoli, hanno un buon sapore e sono disponibili praticamente ovunque, ma vanno consumati con moderazione perchè un uso eccessivo potrebbe essere nocivo.
Ovviamente scegliere quanto mangiare (per proseguire con la metafora del fast food) equivale nel nostro caso a scegliere quanto navigare: possiamo farlo negli orari di lavoro o qualche ora al giorno come svago per tenerci informati e connetterci con il mondo, ma l’eccesso, in entrambi i contesti è nocivo e ha delle conseguenze negative. Così mentre qualcuno instaurerà una vera e propria dipendenza da internet, la maggior parte delle persone noterà un declino nelle sue capacità di attenzione, della qualità delle proprie relazioni personali e, perché no, anche del suo stato di salute.
Ovviamente la possibilità di navigare in rete è foriera di innumerevoli aspetti positivi, quindi la soluzione dovrebbe tenere conto anche di questo e dei passi da gigante che l’uomo ha compiuto con e dall’avvento di internet.
Forse servirebbe una sorta di “educazione” all’uso di internet che mostrasse i suoi aspetti positivi, ma che allo stesso tempo mettesse in guardia dalle sue insidie e dalla dipendenza (reale o presunta) che esso può causare.
Voi cosa ne pensate? Ritenete che quella da internet possa essere considerata una forma di dipendenza a tutti gli effetti? Fateci sapere la vostra opinione lasciando un commento qui sotto.
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